Una città reale contrapposta a idee e progetti rimasti sulla carta, riletti attraverso un rapporto radicato nell’esperienza del costruire quello tra l’ordine di una regola generale ed astratta e la singolarità dei luoghi, con tutte le condizioni che il contesto naturale impone.
Gli oggetti reali, il palazzo, la città, sono visti come esito del conflitto tra la natura dei meccanismi compositivi, il carattere del sito, il rapporto con l’intorno.
Di Scamozzi sono approfonditi due progetti di palazzo. Palazzo Nuovo, rappresentazione monumentale dell’edificio pubblico, composto secondo le regole di simmetria dell’unità classica, e Palazzo Fino, residenza privata dove le regole trovano le loro variazioni e dove luogo e preesistenze dettano le condizioni. Progetti ideali, secondo alcuni, in una lettura alternativa, architetture attentamente calibrate sul tema e sul sito. Opere emblematiche come il progetto filaretiano per il Duomo, non solo per la loro incompiutezza meravigliosi frammenti, ma un riferimento importante per l’idea di città che ancora esprimono. Essi forse rappresentano gli unici veri tentativi nella storia urbana, di interpretare Bergamo in senso moderno, attraverso un’idea d’architettura che è anche un’idea di città. [...]