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Rivista96_Nino Zucchelli

Un incontro fortuito o forse la mano del destino mi ha fatto conoscere ormai due anni fa la signora Lina Zucchelli e suo marito Gigi Valsecchi, una coppia risoluta e caparbia, con un obiettivo ben chiaro: impedire che Bergamo dimentichi il compianto zio che tanto si è adoperato per promuovere la cultura nella sua città.
Confesso che io stesso conoscevo la figura di Nino Zucchelli superficialmente, avevo visto delle bobine storiche dei films dei suoi festival durante i miei studi in Scienze della Comunicazione e ne avevo letto una biografia relativa alla mostra commemorativa in occasione del 100° anniversario della sua nascita che mi aveva colpito, ma altre questioni avevano preso il sopravvento rispetto a un dovuto approfondimento.
Conclusa la meravigliosa avventura del mio primo docufilm “Il Ballo dei Giganti di Nola”, ero alla ricerca di una bella Storia da raccontare: parlando con Lina uscì la frase “Nino Zucchelli ha portato il cinema a Bergamo” e fu una sorta di richiamo alle armi. Non potevo più sottrarmi dall’indagare, ed ho iniziato la pre-produzione di questo nuovo progetto con l’idea di parlare di questo personaggio in maniera neutrale; era una scelta coerente con l’approccio che io stesso come regista conferivo al mio film; io non sono un esperto d’arte, non conoscevo bene la storia e le eccellenze che hanno reso celebre Bergamo nel mondo nella seconda metà del secolo scorso. Non mi rimaneva che immergermi nella vicenda che mi apprestavo ad indagare attraverso le testimonianze di chi gli è stato amico e collaboratore per anni. Naturalmente i miei propositi sono venuti meno, mi sono appassionato ed ho scoperto che questo piccolo grande uomo è stato per quasi trent’anni il mattatore della vita culturale della città, riuscendo a portare Bergamo nel mondo e ad attirare a Bergamo gli occhi del mondo insieme a molti tra i più illustri personaggi dell’epoca non solo del cinema, ma anche dell’arte, dell’architettura, della letteratura e della cultura in generale. […]