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Rivista93_Ferrario Frères

Il gruppo Ferrario Frères, i cui componenti vivono e lavorano tra Milano e Bergamo, si forma alla metà degli anni Novanta. Le sue caratteristiche sono la fluidità e la coralità: è infatti aperto nella sua composizione e, a seconda del progetto, si avvale di collaborazioni che attingono alle diverse discipline dell’arte o di ambiti affini come la musica, la poesia, l’antropologia, l’informatica, l’architettura, la filosofia. Sin dagli esordi la ricerca del collettivo si è orientata all’indagine dei rapporti tra natura e cultura, in un contesto espressivo che vede privilegiati il mezzo fotografico e la videoinstallazione. Spesso riferite al mondo naturale – alla botanica come alla zoologia – e alla storia dell’arte, le opere del gruppo intrecciano realtà e finzione, mito e allegoria, teatro e racconto, suggerendo riflessioni sul valore “residuale” delle immagini nella società contemporanea.
Il nome del gruppo ha un côté duchampiano, una sorta di ready made arrivato sotto forma di un furgone di spedizioni incrociato molti anni fa su una strada del Massif Central in Francia: un telone blu oltremare con la scritta a caratteri cubitali bianchi Ferrario Frères.
Nel frastagliato e confuso scenario dell’arte contemporanea la scelta di coltivare più o meno evidenti discendenze iconografiche ripercorrendo i labirinti della storia dell’arte accomuna da tempo le ricerche di numerosi artisti, anche assai diversi tra loro: da Paolini a Kounellis, da Ontani, a Parmiggiani, da Pistoletto alla Beecroft ad Alis/Filliol. [...]