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Rivista92_Manzù-Locati

«Dai ricordi di Eugenio Gritti risulta che per la scultura in marmo Manzù si avvalse dapprima della collaborazione di Mario Locati di Bergamo e successivamente venne aiutato da un certo Quaglieri, maestro del marmo originario della Versilia (comunicazione orale di Eugenio Gritti)» (Ilaria De Palma, Giacomo Manzù nelle carte dell’archivio Gritti, in “Arte Lombarda”, Vita e Pensiero, anno 2011, p. 116). Questo documento è una conferma del rapporto di stima e di lavoro che legò Giacomo Manzù (1908-1991) a Emilio Mario Locati (1909-1991), rapporto ampiamente noto e ribadito di recente in occasione delle due mostre dedicate a Locati in Grumello del Monte e in Romano di Lombardia.
Un sofisticato ritratto fotografico di Giacomo, ripreso di profilo (e con tanto di luci di scena e posa da attor giovine) aveva del resto già precisato i termini di questa amicizia: Caro amico Mario Locati per ricordo GManzoni (firmato così, tutto attaccato). La foto risulta scattata (meglio dire, brillantemente costruita) da “Umberto Da Re. Redona, Bergamo”. Come dire: dal più autorevole documentarista della Bergamo del tempo.
I primi saluti “scritti” di Manzù a Mario Locati sono del giugno 1928 e provengono dal Distretto Militare di Verona, da dove Giacomo (ancora Manzoni) scrive a Mario, allora abitante in via S. Lucia n. 39. Caro Mario saluti a té [ con l’accento] e famiglia. [...]