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Rivista91_Gian Battista Castello

Sino a pochi anni fa, scarsissime erano le notizie intorno a Giovan Battista Castello (1526-1569), importante e complessa figura del ’500 italiano e spagnolo1. Oggi, grazie all’encomiabile lavoro di ricerca compiuto da Gianmario Petrò, è venuta alla luce un’ampia serie di documenti che consentono di ricostruire, con inedita dovizia di particolari, la vicenda umana e artistica del pittore. Il saggio è dedicato a ciò che le testimonianze rivelano sulla famiglia Castello, su Giovan Battista e, in misura minore, sul fratello Giorgio. Dopo un soggiorno a Genova, collocabile tra il 1552 e il 15542, Giovan Battista «si deve essere portato a Bergamo almeno fin dai mesi invernali tra il 1555 e il 1556». Il 31 maggio 1556, lo troviamo a Trescore dove stipula accordi con i sindaci del luogo per la decorazione del coro della chiesa parrocchiale3. Il ciclo di affreschi viene ultimato entro la fine del 15564; lo si desume dai documenti relativi alla decorazione della celebre Sala Lanzi (Casa Quadra di Gorlago) che vede la presenza dei fratelli Castello. Ora, risalendo entrambi gli interventi allo stesso periodo ed essendo la collocazione temporale del secondo attestata dai documenti, la datazione del primo non può che esserne la diretta conseguenza. Si tratta di due cicli pittorici tra i più importanti dell’artista: il primo, purtroppo, andò distrutto nel tardo Seicento, il secondo (quello di Gorlago) fu strappato nell’Ottocento per essere collocato nel palazzo della Prefettura di Bergamo. Durante l’esecuzione, Giovan Battista e Giorgio dovettero risiedere presso lo zio Giuseppe, nella casa alla Torre di Trescore, vicina ad entrambe le località. [...]