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Rivista91_La prospettiva Asperti

Il presente contributo intende illustrare la “scoperta” di dipinti murali che decorano l’antica parrocchiale dei Santi Fermo e Rustico a Presezzo, edificio di probabile origine medievale più volte ristrutturato, che sorge ancora oggi nel centro dell’abitato ma risulta di fatto inaccessibile al pubblico e agli studiosi da più di un secolo.
Si intende qui analizzare gli affreschi della cupola ellittica del presbiterio e dei relativi quattro pennacchi, opere di alto livello qualitativo ascrivibili a un abile pittore lombardo, attivo attorno alla metà del Settecento. Lo stile dei dipinti sembrerebbe mostrare affinità con quello di Carlo Innocenzo Carloni, ma chi li ha realizzati aveva scelto, nel declinare la comune influenza tiepolesca, di infondere alle proprie figure non tanto il vorticoso e spettacolare dinamismo del pittore intelvese, quanto la raffinata eleganza e la grazia di Giambattista Sassi, coniugandole con un vigoroso plasticismo, in un interessante e quasi contradditorio connubio. L’autore si potrebbe individuare, in effetti, in un ticinese formatosi a Milano negli anni a ridosso delle grandi imprese decorative del pittore veneziano: Giuseppe Antonio Orelli.
La vivacità e la freschezza esecutiva di Giuseppe Antonio, la disinvoltura della sua pennellata e la sua tavolozza brillante, nonché la grazia e la gestualità enfatica dei suoi personaggi, ma soprattutto i suoi caratteristici tipi fisiognomici, potrebbero essere considerati indizi validi per attribuire al pittore locarnese le opere qui esaminate. Gli affreschi di Presezzo rivelerebbero, tra l’altro, la morbidezza della sua stesura rapida e fluida, fatta di tocchi di materia pittorica vibrante e luminosa, le tonalità della sua gamma cromatica, l’impostazione costruttiva per diagonali e le sue peculiari composizioni ad andamento spiraliforme. [...]