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Giuseppe Iannaccone

Il mio rapporto professionale con Giuseppe Iannaccone è iniziato più di quindici anni fa e da lui ho imparato molto, non solo sull’arte ma anche sulla vita. Ho avuto la fortuna di lavorare al suo fianco durante la sua intensa crescita professionale e come collezionista e, approfittando del suo carattere generoso, ho cercato di carpire ogni segreto del suo successo scoprendo fin dal primo giorno che la cosa più importante è non smettere mai di studiare. Pignolo, rigoroso, amante di libri e archivi, assetato di conoscenza e insaziabile nella ricerca, il suo complesso percorso come collezionista è riflesso della sua personalità. Iannaccone mi ha permesso di accompagnarlo in molte delle sue avventure nel mondo dell’arte, insegnandomi quella che oggi è diventata la mia professione, chiedendomi di continuo studi, progetti e ricerche per la sua collezione. Rivolgergli un’intervista, è un’esperienza che nel tempo ho cercato di evitare per diversi motivi, il timore di poter essere troppo retorica o scontata nelle domande – data la nostra lunga collaborazione – e ancora il desiderio di lasciare questa possibilità a chi non lo conoscesse in prima persona, sempre curiosa di scoprire cosa amassero sapere di lui. In questa occasione però, visto che a chiedermi di intervistare Iannaccone è il dott. Angelo Piazzoli, davvero non me la sono sentita di tirarmi indietro: a lui dobbiamo la mostra a Bergamo, la lungimiranza di capire prima di tutti quanto questa collezione non fosse solo un fatto privato ma anche una questione storica, la generosità di avermi chiesto di curare insieme a Paola Silvia Ubiali, questa mostra. [...]