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Trento Longaretti di M. Cristina Rodeschini

La generosità di Trento Longaretti verso le istituzioni culturali bergamasche è sempre stata vivissima e in particolare a favore dell’Accademia Carrara che lo ha visto protagonista della sua vita per venticinque anni. Per un lungo tratto di quest’avventura artistica ed umana, Longaretti non solo ha assunto l’eredità della direzione dell’Accademia Carrara di Belle Arti, dove ha insegnato ma ha avuto anche cura del patrimonio della pinacoteca in quel nobile intreccio tra conservazione e formazione artistica che la Carrara esprime. Longaretti ha formato stuoli di allievi – spesso coinvolti in imprese decorative pubbliche nella tradizione avviata da Achille Funi, declinata da Longaretti prevalentemente nell’area espressiva del sacro e non tralasciava occasione per far visitare loro, in continuità d’intenti con lo storico fondatore, la pinacoteca, luogo di esperienza visiva tra i più alti per i suoi studenti.
L’attenzione per la pinacoteca non si è rivolta solo agli aspetti educativi, ma si è orientata in momenti più vicini a noi a lasciti di opere secondo un tracciato preciso, che ha tenuto conto dei periodi artistici, delle affinità elettive, del potenziale di memoria che l’atto della donazione include. E' certamente di fascino esplorare le motivazioni sottese a un dono per sempre, qual è la donazione a un museo. Nell’assegnazione di opere d’arte a un museo il valore culturale si integra significativamente al valore intrinseco, poiché include un significato particolare dato dalla consapevolezza che l’artista ha del proprio lavoro e della sua rappresentatività, oltre il tempo presente. Un autore consapevole affida al museo non solo un’opera, ma l’immagine che di sé vuole che rimanga ed è per questo che il dono, specchio di questa riflessione, è ancora più importante. [...]