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Un inedito di Nicola Moietta a Caravaggio

La facciata della chiesa di San Bernardino a Caravaggio così come oggi la conosciamo, una semplice struttura a capanna con paramento in cotto a vista delimitata da due contrafforti, non doveva rispecchiare, contrariamente a quanto si credeva finora, l’aspetto originario della chiesa quattrocentesca (se si fa eccezione per il protiro settecentesco), come risulta a seguito delle importanti novità emerse durante un recente restauro. La scoperta è stata per così dire casuale e conseguente alla necessità di rifare il tetto del piccolo protiro: una volta tolti i coppi si è ottenuto l’accesso ad una zona solitamente interdetta alla vista, immediatamente sopra la lunetta del portone centrale, dove sono venute alla luce tracce consistenti di quella che doveva essere la decorazione pittorica originaria della facciata. Si è scoperto così che il portale d’ingresso doveva essere “valorizzato” da una finta architettura ad affresco, che veniva a rendere più monumentale, grazie anche al leggero aggetto rispetto al piano della facciata, la partizione decorativa in cotto. Una sorta di arco trionfale a finti marmi era impostato sulle due lesene che inquadrano il portale e arrivava fino ad un cordolo orizzontale in mattoni, tangente all’attuale copertura del protiro. Nei due pennacchi, ai lati della lunetta tuttora visibile sopra la porta, su finte pannellature in serpentino e in porfido, si aprono due oculi simmetrici incorniciati in marmo bianco, in cui trovano posto due figure con cartigli. [...] A sinistra è raffigurato Re David, un viso giovanile con barbetta e baffi appena accennati e lunghi capelli rossicci un po’ mossi, incorniciati dal turbante con una piccola corona. [...] A destra invece si affaccia il Profeta Isaia, un vecchio dall’abbondante barba e baffi bianchi, il turbante di un raffinato tessuto rosato con decorazioni in blu. [...]