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Dalla Casa Sant'Agostino al Teatro Filodrammatici di Treviglio

Vuolsi così chiamare [La nuova casa S. Agostino] il residuo di fabbricato, già convento delle Agostiniane, dietro il Santuario. Ridivenuto proprietà privata, riaddattato [sic] alla meglio, colle sale e coi portici illuminati a luce elettrica fa dimenticare la sua vetustà; vi sono oggi raccolte le principali istituzioni della parrocchia.
Con queste parole, nel novembre del 1903, veniva descritto l’antico complesso ospitante le associazioni della Parrocchia San Martino di Treviglio, già sede del monastero delle Agostiniane e della Scuola Magistrale comunale, che da lì a breve venne in buona parte demolito per far posto ad un nuovo e più adatto fabbricato atto ad alloggiare i molti gruppi cattolici attivi. [...]
La decisione di edificare qui il nuovo complesso non fu poco sofferta, forse perché si prevedeva la distruzione di antiche fabbriche, oppure, più concretamente, perché si pensava che non sarebbe stato semplice adattarsi alla topografia del lotto disponibile. Il progetto avrebbe dovuto inoltre risolvere una serie di delicate questioni come ad esempio fungere da «appropriato coronamento al tempio monumentale», dialogare con le porzioni di edificio sopravvissute alla demolizione e con la chiesetta del Miracolo, e riempire il vuoto urbano presente verso la strada. [...]
Insieme con la costruzione di sale spaziose e confortevoli, si decise di edificare anche un salone-teatro per rappresentazioni e conferenze di carattere sociale, patriottico e religioso. L’incarico per la progettazione venne affidato al giovane Carlo Bedolini, che da qualche anno aveva ottenuto la fiducia della Fabbriceria della chiesa di San Martino, divenendone ingegnere d’ufficio, il quale in poco tempo concluse l’opera; avviati i lavori nella primavera del 1904, il complesso venne inaugurato il 15 luglio 1905. [...]