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Sant'Agostino

L’intervento nell’ex chiesa di Sant’Agostino ha avuto caratteri di particolare complessità. In una prima fase si è consolidata la fronte che si presentava in stato di degrado avanzato: in taluni elementi architettonici, non solo decorativi, vicina alla disgregazione; delicati i problemi nella scelta dei materiali e nelle tecniche esecutive, fino alla necessità di elaborare metodi nuovi. All’interno, si dovevano ottenere condizioni ambientali favorevoli alla conservazione degli affreschi ed all’uso saltuario per esposizioni o avvenimenti culturali: la scoperta di apparati tombali sotto l’intera superficie pavimentale, ha determinato una progettazione esecutiva precisata nei minimi dettagli per il passaggio delle tubazioni, di grandi dimensioni, fra gli antichi manufatti così reperiti; lo scavo è stato eseguito con metodi archeologici ed il successivo riempimento osserva tutte le cautele necessarie per la loro conservazione. L’intervento architettonico è stato preceduto da una campagna capillare di analisi di tutti gli intonaci e degli affreschi. Il cambiamento di funzione ad Aula Magna, ha richiesto una progettazione puntuale per ottenere una illuminazione non nociva per le pareti dipinte, in grado di valorizzarne la presenza, per una corretta illuminazione sul piano di scrittura, per una luminosità generale adeguata all’apprezzamento delle elevate qualità formali dell’architettura. Pavimentazione ed arredi funzionali, poltrone, tribune degli oratori, attrezzature per la traduzione simultanea, ed altro sono stati altrettanti problemi da risolvere nel rispetto dell’assunto di fondo: aggiungere non distruggere, relazionarsi al contesto fisico ed alle sue qualità storiche con un linguaggio discreto ma chiaramente moderno. ...