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Palazzo Pelliccioli del Portone in Alzano

Storia
Risale alla seconda metà del Seicento quando venne ampliata la più modesta magione di famiglia dal conte cav. Gio. Battista del Portone. La costruzione di questo (e di altri due palazzi cui faremo cenno) corrisponde al tempo in cui il paese aveva fiorenti attività di produzione artigiana e, in particolare, della carta, della lana e della seta.
I conti Pelliccioli del Portone, cavalieri del Sacro Romano Impero, furono soprattutto produttori e commercianti di lana. Il predicato “del Portone” si riferisce ad uno dei tre portoni doganali, detto “portone di Ranica”, che chiudeva la strada maestra della Valle all’inizio della contrada della Cava. Il portone, appunto, poggiava da un lato sul muro delimitante il parco del palazzo Pelliccioli e, dall’altro, sulla muraglia che recingeva l’ortaglia del convento dei frati della Pace, poco oltre un’edicola cinquecentesca contenente l’immagine della Madonna dello Spasimo.

Cosa si sa della famiglia
Scrive il Mandelli: «Secondo il manoscritto del Mozzo la famiglia Pelliccioli ebbe origine da un famoso guerriero venuto dalla Francia chiamato Monsà Pelliccia che dimostrò il suo valore nelle guerre tra Guelfi e Ghibellini». Si tratta in realtà di un manoscritto attribuibile a Giuseppe Ercole Mozzi (Scano al Brembo, 1697 - Bergamo, 1777) che lasciò alcuni volumi manoscritti che disgraziatamente non possediamo tutti, ove, sotto il nome delle diverse famiglie o località, sono raccolte molte notizie tratte da uno spoglio di documenti da lui veduti e che, in genere, più non esistono. Portano il seguente titolo: Joseph Hieronymus Hercules ex Capitaneis nobilioribus de Mozzo antiquissimus Bergami cives et indagator antiquitatum. ...