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Giosuè Meli

La scultura bergamasca dell’Ottocento ha un nome inedito al pubblico, noto solo a specialisti della caratura di Zampetti. Dopo tanta fama in vita e altrettanto oblio nel secolo scorso, tra il 120° della sua scomparsa, a Roma nel 1893, e l’imminente bicentenario della nascita, a Luzzana (Bergamo) nel 1816, riemerge nella sua complessità la figura di Giosuè Meli, da giovane scalpellino della Val Cavallina ad artista e accademico attivo nel cuore della Roma neoclassica, aperto alle poetiche romantiche e naturalistiche del suo secolo, celebrato da critici e poeti e apprezzato dai più prestigiosi committenti dell’epoca. È «la riscoperta di un Gigante» da parte dell’antico “borgo” di Luzzana, che – come la Recanati di Leopardi, la Pesaro di Rossini, la Torre del Lago di Puccini… – si riconosce quale patria di artisti, degli scultori Meli, Giosuè e il già noto Alberto. Il progetto, curato dal Museo d’arte contemporanea di Luzzana - Donazione Meli, con l’amministrazione comunale e le associazioni culturali «Amici del Museo» e «Il Gigante», è stato inaugurato nel 2010 proprio con una conferenza su questo passaggio di testimone tra due secoli di scultura e due artisti – il Meli scomparso con l’Ottocento e quello esordiente a metà Novecento – in concomitanza col “testamento” della scultura (di Arturo Martini) e della pittura (di Argan). Numerose iniziative sono culminate nella recente riqualificazione del «Parco del Gigante» di Luzzana e nell’urgente restauro della imponente scultura Il Gigante, per cui l’amministrazione comunale si sta adoprando...