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Giovanni Moriggia: Ritrattino del conte Bartolomeo Secco Suardo e della moglie Maria Laura Agliardi.

Il catalogo del pittore caravaggino Giovanni Moriggia (1796-1878), noto per gli affreschi del Santuario di Caravaggio e per i numerosi ritratti dell’establishment lombardo e svizzero, oltre che per l’impegno politico nei turbolenti anni del Risorgimento, si è arricchito di due significativi esemplari riguardanti la specifica attività di ritrattista. Si tratta di due inediti ritratti en pendant raffiguranti il conte Bartolomeo Secco Suardo e sua moglie Maria Laura Agliardi, tuttora conservati presso il Castello di Lurano, residenza avita della nobile famiglia bergamasca. (...) L’immagine del conte bergamasco ci è nota tramite alcune raffigurazioni pittoriche, la più conosciuta delle quali è senz’altro quella attualmente custodita presso la Biblioteca Civica “Angelo Mai” di Bergamo, in cui Secco Suardo è rappresentato nel suo studio, seduto su un’elegante poltrona (sul cui schienale si leggono le iniziali “BSS”) accanto al tavolo di lavoro su cui giacciono, in bella mostra, due voluminosi tomi: uno è il già citato Il mio secolo (1841) che costituisce anche il sicuro post quem per la datazione della tela, l’altro, recante sul dorso la scritta Iuvenalis, è un omaggio a uno degli autori prediletti, il latino Decimo Giunio Giovenale, noto produttore di satire, un genere utilizzato anche da Bartolomeo, specie contro lo strapotere dei Gesuiti nella società del tempo. (...)
La coppia di ritratti di collezione luranese (olio su tela, cm 16x13 cadauno), in buone condizioni di conservazione, può senz’altro ascriversi al catalogo di Moriggia per le evidenti affinità tecniche, stilistiche e compositive con i suoi dipinti coevi più noti, influenzati dai modelli neoclassici divulgati agli inizi del XIX secolo da Francesco Hayez e Giuseppe Diotti. Nella tela raffigurante la contessa Maria Laura Agliardi, all’epoca poco più che ventenne, sono presenti inoltre nell’angolo in basso a destra le iniziali “G.M” che rafforzano l’ipotesi attributiva qui avanzata. I due piccoli dipinti furono presumibilmente eseguiti dal pittore caravaggino in occasione delle nozze tra i due giovani aristocratici, celebrate, come si è detto, a Bergamo nel 1818. (...)