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Ernesto Coter. Dentro un oceano di ricordi

Nella produzione artistica degli ultimi anni, Ernesto Coter, tornato a italianizzarsi sul lago di Como, in quel di Soriano, sopra Menaggio, ha delegato a un trittico del 2008 la responsabilità, o il privilegio, di rivelare qualcosa di riservato e personale del suo itinerario umano e artistico. Il canto dell’allodola, Disgelo, Scroscio di pioggia sono tre dipinti, di grande formato come quasi tutti quelli dell’ultimo periodo, che costituiscono la sintesi tematica di questo annuncio. (...) Tre dipinti, non a caso unificati nel loro costituire un unico trittico Tre aspetti della primavera. E si pone subito la necessità di capire se tra i trascorsi anni della permanenza nelle Samoa, con quella pittura “naturale” di gestuali e fulminanti tracciati costruttivi e la presente immedesimazione nelle postazioni del suo nuovo sentire e del suo nuovo vedere, Ernesto Coter abbia mantenuto fede a un unico grande progetto espressivo. (...) A disposizione dell’artista rimangono tutte le esperienze vissute. Quelle personali, quelle culturali e quelle figurative. Dal nanetto disneyano eposto a Milano nel 1971, alla gestualità irruente della pittura samoana, a quella di quest’ultimo ritorno a casa, nel segno di un classico dipingere debitore di tanti tributi a Turner, a Friedrich, ai simbolisti eredi di un superato impressionismo, ma anche a suggestioni rielaborate da tanta letteratura dal conterraneo Stevenson, nei pressi della cui casa a Samoa Coter ha vissuto anni, a Conrad o a Manzoni, Pascoli, Fogazzaro, più che alla infinita schiera dei pittori ottocenteschi lombardi, otticamente, ancorché piacevolmente, laghisti. (...) In questa pittura la luce torna a riappropriarsi del suo ruolo decisivo, e in qualche modo, rivoluzionario: agente di pensiero e di rivelazioni inaspettate, oltre che di costrutti formali di ineccepibile suggestione. (...)