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Un furto fallito e un Picenardi "ritrovato" a Lurano

Era forse un pomeriggio nebbioso d’inverno e la piccola chiesa, con la luce fioca che entrava dai finestroni bianchi aperti sopra le cappelle laterali, era avvolta nella penombra, solo i barlumi tremuli delle candele davanti agli altari. Si era fermato un momento nel cono d’ombra della colonna, quasi a prendere coraggio. Poi un colpo deciso di coltello quasi al centro della tela dell’altare più vicino all’uscita, il primo a sinistra, e lo squarcio rapido si regolarizzava in un rettangolo proprio intorno alla Vergine col Bambino. Un istante soltanto e la piccola “reliquia”, ormai immagine di devozione priva di contesto, era stata nascosta sotto il mantello. Certo non avrebbe avuto problemi a vendere una Madonna col Bambino di così graziosa e delicata fattura. Ma qualcosa era andato storto. Forse una povera vedova aveva varcato la soglia proprio in quel momento o il sacrestano si era messo in allarme per un rumore sospetto. Fatto sta che il furto vandalico del gruppo sacro dalla tela della Madonna col Bambino e S. Francesco Saverio deve essere stato presto scoperto e forte lo scandalo in paese. E chissà che i ladri non siano gli stessi che avevano sottratto gli arredi d’argento che risultano rimpiazzati nel 1869, con una spesa di ben 1.138,41 lire (Lurano, Archivio parrocchiale, fasc. 650). La prima coltellata aveva inferto il danno più grave, con la tela ridotta a brandelli di forma irregolare, ma il prevosto deve aver insistito per riportare la Madonna col Bambino proprio là dove si trovava in origine: alla fine della paziente ricucitura sembrava un “quadretto” dentro il quadro più grande. I danni però erano troppi e il pittore incaricato del restauro aveva dovuto risarcirli come si usava all’epoca (molto probabile la seconda metà del XIX secolo), con un completo rifacimento delle due figure, le fisionomie regolarizzate in un classicismo da Accademia, la parte superiore della veste rossa rifatta, a coprire il raffinato movimento di un velo trasparente, un velo ocra sopra i capelli da contadina a mascherare un’elegante acconciatura, coi capelli trattenuti da un nastro e fissati intorno alla testa. (...) (Laura Paola Gnaccolini)