« torna al sommario 78 ······· vai al numero in edicola »

Brignano Gera d'Adda. Due palazzi una sola storia

Nella bassa bergamasca si trova un grande palazzo: questo lo sanno in molti. Ma forse non tanti hanno avuto il piacere e la sorpresa di attraversarne i cortili e le sale, di farsi catturare dal fascino barocco delle decorazioni alle pareti, di osservare la pianura intorno, a perdita d’occhio, dalle finestre che spiano la campagna, le case e gli uomini, fin lì, giù, lontano. Da quelle aperture hanno occhieggiato le loro terre i tanti Visconti che si sono succeduti nel possesso di questa eccezionale architettura e del territorio circostante. E tra quei Visconti – la notizia sembra quasi incontestabile – c’e quel Bernardino che Alessandro Manzoni mai volle indicare con il suo nome ne I promessi sposi e che, proprio per questa ragione, è conosciuto da tutti come l’Innominato. (...) La realtà di questa dimora, articolata e ampia, tanto da lasciare il visitatore sorpreso e un po’ smarrito, è già fantastica, ma non basta: la fantasia e la documentazione storica possono aiutarci a immaginare come nel corso dei secoli essa si sia modificata anche profondamente, facendo scivolare più volte nel tempo e su piani diversi il senso profondo di questa struttura.
In origine è stata un avamposto di difesa lungo il Fosso Bergamasco tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, forse poco più che una fortificazione, poi è diventata residenza militare della linea brignanese dei Visconti, che ha avuto inizio nel 1397 con Sagramoro I (figlio illegittimo di Bernabò Visconti). In fase rinascimentale è ricordata sia come una domus che come un castrum seu palatium, con tanto di sala, camere, cantina e corte, una architettura in trasformazione al cui centro tuttavia c’è sempre stata la “ponticella”, tuttora esistente e visibile nelle antiche stampe del sito, un camminamento situato nel cortile principale. (...)