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76_film

(...) Il Fondo Cinematografico, su cui qui ci soffermeremo, conserva la produzione registica di Nino Zucchelli – autore egli stesso, tra il 1956 e il 1966, di documentari sull’arte e sul patrimonio artistico culturale italiano, con particolare attenzione a quello bergamasco – e oltre un centinaio di film giunti a Zucchelli tramite il festival cinematografico da lui diretto a partire dal 1958. (...)
Proprio con la manifestazione di cui Zucchelli fu valente e tenace promotore e organizzatore, dal 1958 al 1994, si esplicita forse l’aspetto più innovativo della sua poliedrica attività: quello di pioniere outsider alla scoperta di cinematografie emergenti o “nascoste”, destinate a lasciare un segno nella storia del cinema. Pensiamo alla Scuola cecoslovacca e polacca, ma anche alle produzioni degli “anni ribelli” finlandesi, ai prodotti dello spaesamento del nuovo cinema americano – la cosiddetta “New York School” – all’insegna della sperimentazione e dell’avanguardia. Nino Zucchelli si fece promotore di un cinema “giovane”, non allineato, fuori dai circuiti mainstream, talvolta ancora acerbo ma sempre dinamico e innovativo, sapendo valorizzare registi e piccoli produttori indipendenti che a breve avrebbero conquistato l’attenzione e le vetrine dei festival maggiori. Il suo fu un contributo importante per far conoscere in Italia gli esponenti delle nouvelles vagues europee degli anni Sessanta e Settanta, destinate a lasciare il segno non solo nel mondo del cinema ma anche nella società e nella cultura di quegli anni. Al suo festival, Zucchelli seppe attrarre i grandi nomi del cinema italiano − già affermati registi di fama mondiale come De Sica, Fellini, Rossellini, Zavattini – ma anche i giovani registi sconosciuti alle grandi platee, come i cineasti provenienti dai Pa­esi oppressi dal totalitarismo o in via di sviluppo. (...)