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Nino Zucchelli: una storia raccontata sfogliando la collezione di grafica e disegni

«…Scarsa considerazione si ha in Italia, specialmente, per la produzione grafica che rappresenta invece quanto vi è di più puro e spontaneo nell’attività di un artista, e al tempo stesso il trapasso istantaneo e il fascino della sua emozione creativa…»
Nino Zucchelli

(...) A distanza di circa vent’anni dalla scomparsa di Nino Zucchelli, l’esposizione al pubblico di questa collezione permette di percorrere, ancora una volta ma con uno sguardo più “intimo”, le tappe più significative del suo percorso umano ed artistico. Il corpus di disegni è, infatti, il risultato di una serie di acquisizioni, acquisti e omaggi, che scandiscono un arco temporale piuttosto ampio e sembrano “accompagnare” le molteplici attività di cui Zucchelli fu promotore e protagonista.
Un collezionista d’arte è una figura che somiglia a quella dell’editore: può essere incisivo quando incoraggia uno scrittore sconosciuto dotato di talento o incidere pochissimo sulla storia della letteratura riuscendo a speculare sulla mediocrità. Nino Zucchelli fu insieme collezionista, editore e promotore di cultura: in tutte queste molteplici attività è riuscito ad essere “incisivo”, intervenendo con la sua passione e con le sue intuizioni nella vita di molti artisti di cui ha saputo, spesso, incoraggiare e favorire il successo. Anzitutto l’avventura editoriale: nel 1950 Zucchelli incomincia a pubblicare la “Gazzetta di Bergamo”, un periodico mensile che riesumava una testata ottocentesca; dopo tre anni la pubblicazione assume il titolo “La Rivista di Bergamo”, che egli dirige ed edita, attraverso le Edizioni della Rotonda, fino al 1994. “La Rivista di Bergamo” avrà come programma privilegiare Bergamo e la sua cultura nonché «valorizzare le bellezze naturali, storico e artistiche […] contemperando l’indagine del passato con l’analisi del presente e l’articolo erudito con la notizia informativa». (...)