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Giovanna Bolognini

«La ruota del tempo viene da lontano. Ha viaggiato attraverso i fili della galassia e nel suo peregrinare ha raccolto una identità tra le tante. In questo movimento continuo si è vestita di un significato connesso alla vita. Come ogni forma che il tempo ha plasmato accarezza l’aria che l’avvolge, disponendosi all’ascolto. E ancora sta scorrendo nel tempo».
Con queste parole si apre il sito web di Giovanna Bolognini, artista e scultrice bergamasca protagonista in Gamec, la primavera scorsa, di una mostra personale allestita nello Spazio Caleidoscopio. La ciclicità del tempo, l’eterno interrogativo sul nostro terreno passaggio e sull’umano orizzonte, sono il fulcro della riflessione continua e tutt’altro che scontata di un’artista di rara sensibilità e forza plastica. Con il semplice filo di ferro, il ferro cotto che di solito vediamo ammatassato nei cantieri edili, Giovanna Bolognini crea opere visionarie, sculture di grande potenza e suggestione. I gesti del suo fare artistico sono rituali, carichi di memoria, come il gesto antico di avvolgere e svolgere un gomitolo o come giocare con un filo seguendo percorsi di scoperta, di pura energia creativa. Semplicità e complessità nella stessa trama di segni, nella stessa sequenza di mosse, costituiscono la cifra distintiva di un linguaggio che segue il tracciato del filo con la stessa freschezza con cui i bambini esplorano il loro microcosmo, ma con la sapienza e l’intensità semantica di una ricerca di lungo corso...