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Casa Blondel in Almè

L’edificio è stato realizzato a partire dal XVIII secolo come residenza nobile estiva della famiglia Blondel-Magnati. Un decennio prima della Rivoluzione francese, Jacques Abram Blondel acquistò un casino di caccia dai Magnati di Mezzoldo, signori di Priula, trasformandolo in villa signorile con annessi rustici destinati alle attività agricole. Nella residenza secondo fonti letterarie soggiornarono a lungo Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel, nipote di Jacques.
Inoltre questa casa rappresenta una testimonianza storica di valore poiché pare che il Manzoni, in un brano de “I Promessi Sposi”, abbia descritto un lembo di terra bergamasca, nel quale si viene a trovare Renzo, fuggito da Milano oltre l’Adda; terra conosciuta grazie al suo soggiorno in questa casa di proprietà dei parenti della prima moglie Enrichetta Blondel, di famiglia originaria della Svizzera francese. Alla fine del ’700 il padre di Enrichetta, agricoltore e produttore viti-vinicolo, si trovava in terra bergamasca dove la famiglia diede inizio anche ad una fiorente attività di filatura della seta che lo rese ricco. Fu il cugino di Enrichetta, Gédéon Blondel ad edificare ad Almè la bella casa, non sfarzosa, ma signorile, di stampo svizzero-protestante che è pervenuta nel ’900 alla signora Desiderata Odoni figlia di Antonia, ultima dei Blondel.
È certo che in questa casa Manzoni, con Enrichetta Blondel, tornò molte volte per trarre ispirazione ambientale e di personaggi per la sua più famosa opera letteraria. Inoltre Antonietta, primogenita di Enrichetta Blondel, fu sposa in seconde nozze di Massimo d’Azeglio...