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La Scuola di Commercio

... Un legame profondo unisce la Scuola Pratica dalla sua nascita all’Istituto “Vittorio Emanuele II”, che in quegli anni è il più importante istituto tecnico della provincia ed è retto da una Giunta di Vigilanza, che prevede anche una rappresentanza della Camera di Commercio; il fatto, poi, che il Direttore dei corsi sia il Preside dell’Istituto ospitante e che i docenti provengano dagli organici dello stesso, dimostra come sin dall’inizio il legame tra le due istituzioni sia ben più profondo di quanto non mostrino gli atti ufficiali.
Il primo decennio
Nel primo decennio la Scuola Pratica si consolida, mettendo in atto i suggerimenti dei docenti e del Direttore e gradualmente i corsi sono proposti in una durata pluriennale; tutto avviene nei limiti e nelle ristrettezze imposte dal conflitto mondiale prima e dalla crisi economica poi.
L’epoca fascista
Il nuovo Statuto del 1924 sancisce la situazione di fatto a cui è giunta la Scuola, definendo soprattutto la durata quadriennale dei corsi serali e domenicali; ma riflette anche il clima generale determinato dal nuovo quadro socio-politico proprio nell’intenzione di normalizzare l’istituzione.
La Scuola Pratica deve fare da subito i conti con il regime fascista, adottando una linea a volte morbida, a volte accondiscendente, che trova spiegazione nell’ambiguità del suo essere “scuola”, ma non scuola direttamente dipendente dal potere politico-istituzionale, e del suo compito di riflettere gli interessi del ceto imprenditoriale; non si ferma, tuttavia, il processo di adeguamento della Scuola alle diverse esigenze...