« torna al sommario 72 ······· vai al numero in edicola »

ArazziTrivulzio

... Il ciclo degli arazzi (m 5x4,85 ciascuno), tra i più vasti e splendidi del Rinascimento lombardo, fu iniziato, con ogni probabilità, nel 1501, su cartoni di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino.
Nel 1933, William Suida ritrovò, nel "Libro di spese del Magno Trivulzio" (allora nell'archivio del Luogo Pio Trivulzio a Milano e poi scomparso in seguito ai bombardamenti del '43), notizie relative all'esecuzione: vi si accenna a tale maestro Benedetto tappezziere e, soprattutto, vi si attestano gli estremi cronologici del pagamento (1501-1509), consentendoci, in tal modo, di assegnare la realizzazione del ciclo al primo decennio del XVI secolo; è, tuttavia, estremamente probabile che la stesura dei cartoni preparatori da sottoporre alla committenza e, quindi, all'arazziere, vada collocata tra la fine del '400 e l'inizio del secolo successivo. Contrariamente a quanto accadeva all'epoca, gli arazzi furono tessuti in Lombardia e precisamente a Vigevano. L'arazzo, si sa, non era di casa in Italia, mentre era ampiamente diffuso in terra d'oltralpe, della cui cultura rappresentava un genere tipico e largamente affermato. Trattasi, in tutta evidenza, di una scelta filofrancese: Gian Giacomo Trivulzio era maresciallo di Francia e aveva favorito le mire egemoniche di Luigi XIII sulla città di Milano. Secondo un'usanza consolidata nelle città transalpine, l'arazzo vagava di città in città, di castello in castello, soddisfacendo le esigenze di mobilità dell'aristocrazia, in ciò diversa da quella milanese la quale, vincolata dallo stretto rapporto città-contado, era assai incline alla stabilità. ...