Le novità del restauro
Durante una visita al laboratorio di restauro allestito per il dipinto Ultima cena di Alessandro Allori nella Sede Centrale del Credito Bergamasco, i restauratori affermavano che fin dal loro primo contatto con la superficie pittorica avevano rilevato tracce di una precedente riparazione, che stando alla metodologia applicata poteva addirittura risalire al Settecento. Questa osservazione mi ha spinto a ricercare tra le carte dell'archivio del monastero di Astino custodite nella Biblioteca Civica "Angelo Mai". I risultati hanno proprio dato ragione ai due professionisti. Ecco cosa si trova scritto nel grosso registro delle "Ricordanze" alla data giugno 1759, p. 580: "Ritrovandosi, che il Camino della Cucina col fumo aveva resa la medesima nera come il Camino, a segno tale, che [il fumo] dall'andito avanti la cucina passando nel salotto entrava nel Refetorio, che si era ridotto poco meno di una cucina, e considerando che l'insigne quadro del Cenacolo fatto l'anno 1582 dal famoso Bronzino in Firenze pativa molto, si fece ripolire il sudetto quadro dal famoso Pittore Signor Francesco Capella [detto Daggiù] Veneziano, al quale si diedero zecchini 6., per doratura del Cornicione a mecca zecchini 6., di più si pose la tenda avanti detto quadro, in tutto si è speso lire 814. Opera molto gradita dal Pubblico".
Tornando ai giorni nostri, merita anche di essere segnalato che l'impegnativo recupero, ormai quasi ultimato, ha portato alla luce ulteriori riferimenti originari ispirati alla committenza vallombrosana di Astino, elementi che sono riprodotti su due capitelli ionici al piede dei sostegni del lungo tavolo apparecchiato.