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GiacomoPiccinini

È, per così dire, fisiologico che, di tanto in tanto, qualcuno, stupito e forse un po' irritato di sentire, sul palcoscenico dell'arte, ripetere ossessivamente gli stessi nomi e tacerne pervicacemente altri, si ribelli alle sentenze inamovibili dei pontefici dell'arte e avanzi l'ipotesi di sottrarre alla loro impietosa mannaia qualche giustiziato innocente. È la rivolta di chi ritiene del tutto ingiustificato l'oblio cui si condanna, per pigrizia intellettuale o ottuso pregiudizio, anche chi meriterebbe le luci della ribalta. È una lotta tenace, spesso vana, talora vincente. Quando questo capita, il ritardo con cui l'artista riappare sulla scena potrebbe persino giovargli, poiché la rinnovata attenzione, generando analisi e riflessioni più mature, può svelarci autentiche sorprese. Il preambolo intende tracciare una cornice ideale entro la quale disegnare la vicenda umana e artistica di Giacomo Piccinini, vissuto tra il 1900 e il 1971, che pare vittima predestinata al destino di cui sopra. Sarà opportuno sottolineare, tuttavia, che i cenni biografici che ci accingiamo a esporre si limitano agli anni giovanili e alla prima maturità dell'artista: non è, infatti, nell'intento di questo saggio delineare un profilo biografico completo, ma concentrarci sull'intensa attività incisoria e grafica del Piccinini, la quale, come porremo in evidenza, abbraccia tutto l'arco della vita. ...