rivista69_calepino

Calepino è termine noto a molti a Bergamo e in provincia ma pochi, a parte gli addetti ai lavori della letteratura, sanno che la sua origine deriva da un antico libro e non dal vino, benché pregevole, prodotto nelle cantine della valle Calepio a cui il nome oggi è quasi esclusivamente associato. Nella versione latina, il termine Calepinus si stacca sul frontespizio di un Dictionarium monolingue latino stilato a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento dal frate bergamasco Ambrogio da Calepio, stampato a Reggio Emilia nel 1502 in prima edizione e nel 1521 in seconda. Da allora ebbe inizio la storia di un'antonomasia che presto portò un denominativo derivato dal piccolo paese di Calepio a essere sinonimo di ogni forma di sapere compendiata in un'enciclopedia, di ogni volume considerato colto o di persona onniscente e versatile, e solo più tardi a popolare le etichette del famoso vino bergamasco. Esso inoltre viene utilizzato senza distinzione sia per indicare il libro che come epiteto del suo autore.
Dietro al nome che campeggia su quella pagina c'era Ambrogio Calepio, figlio riconosciuto di Caterina de' Bucelleni e del conte Trussardo, nobile bergamasco che fu il primo a insediarsi come legittimo feudatario nella Valle Calepio che all'epoca si estendeva da Parzanica, paese sul versante idrografico orientale del Sebino, a Tagliuno, sulla sponda destra del fiume Oglio. ...