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... Il clima artistico a Bergamo e provincia nei primi decenni del XVIII secolo è caratterizzato dalla mancanza di una scuola propriamente bergamasca con un profilo peculiare a cui guardare, assenza che riguarda tuttavia la sola pittura (pensiamo all'ambito della scultura e dell'architettura e decorazione dove spiccano rispettivamente le operosissime dinastie dei Fantoni e dei Caniana). Ecco perché è così forte l'afflusso di pittori "forestieri" o di loro opere, fenomeno che in realtà comincia già alla fine del XVII secolo. Questo afflusso programmatico perdura anche nei decenni successivi; cantieri che si arricchiscono di opere di artisti soprattutto veneti, sia propriamente veneziani sia dell'entroterra e questo è naturale dal momento che la città e la sua provincia costituiscono terra di San Marco da tempo ormai remoto. Sarà proprio la pittura di estrazione veneta così inconfondibilmente seducente ed accattivante ad esercitare sull'arte bergamasca di questo periodo un'influenza determinante a differenza dei decenni precedenti dove accanto ad artisti veneti si annoveravano altrettanto determinanti presenze genovesi, milanesi e napoletane. Data questa premessa risulta tanto più anomalo il caso di questo pittore che sembra fare una scelta assolutamente controtendenza, visto che in tutta la sua pittura, anche quella più matura, non si riscontra nulla dell'influenza veneta. Non solo, ma l'arte di Carobbio sarà sempre lontana dalle atmosfere più tipicamente settecentesche e il suo tratto distintivo sarà un'attenzione costante verso moduli e soluzioni dei secoli passati. ...