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Lui era il capo riconosciuto del gruppo combattivo di parlamentari che con sarcasmo i giolittiani chiamavano "giovani turchi". L'onorevole Silvio Crespi, a 28 anni, era stato eletto per la prima volta nelle elezioni politiche del 1897 nella circoscrizione di Caprino Bergamasco e Valle San Martino; da allora, per oltre vent'anni, sarà sempre rieletto fino a quando risulterà designato al Senato con decreto del 3 ottobre 1920. Milanese d'origine ma deputato bergamasco, assiduo ai lavori parlamentari, il Crespi farà ripetutamente sentire la propria voce su ferrovie, monopolio pubblico sulle assicurazioni vita, lavoro di donne e ragazzi, sicurezza sul lavoro, acque pubbliche, ecc. Nella vita civile poi, oltre ad essere imprenditore proiettato nello sviluppo dell'economia e del progresso tout court, fu presidente di associazioni, enti e società e, in tale veste, piloterà la realizzazione di centrali idroelettriche, servizi portuali per l'export-import, autostrade (Milano-Laghi e Milano-Bergamo) e persino l'autodromo di Monza. E ancora non è tutto! Com'è pensabile, allora, che una tale personalità abbia potuto perdere (nel 1930) la massima realizzazione della sua famiglia, cioè il famoso villaggio industriale Crespi d'Adda? ...