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Se si guarda anche solo all'itinerario espositivo del pittore Severino Bellotti, che va dalla prima giovinezza a un anno precedente la sua morte, se si considera poi il grande numero di opere che figurano in collezioni pubbliche e private, in Italia e all'estero, e le molte che ancora posseggono le figlie, si può, a ben ragione, affermare che la sua fu un'esistenza votata e vissuta per l'arte.
Sarebbe sorprendente o addirittura incomprensibile spiegare la vastità della sua produzione, tutta di eccellente o buon livello artistico, se non si tenesse conto, oltre che del suo talento, del suo rigoroso e costante impegno. Impegno alle cui radici ci sono sempre quelle qualità di mente e di cuore che distinguono il vero artista: l'incontentabilità che conduce alla ricerca, la severa autocritica che induce al miglioramento, l'espressione artistica sentita come intima, profonda esigenza e non facile compiacente appagamento della propria istintiva capacità di dipingere. Tutto questo faceva parte della personalità artistica di Severino Bellotti, a cui si univa una forte e tenace tempra dove la sensibilità si compenetrava con la riflessione, nell'etica convinzione che l'arte è conquista personale, combattuta e sofferta. ...