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La luce del Tintoretto e i piccioni impagliati di Maurizio Cattelan, il colore di Piero della Francesca e la balena in resina di Loris Gréaud. Se "tutta l'arte è contemporanea", non c'è da stupirsi del ritorno della pittura a fianco di installazioni e performance in questa 54a edizione della Biennale d'arte di Venezia. La kermesse lagunare del 150° dell'Unità sceglie di ripartire dalla figura e dalla forma, in una parola dalla tradizione, per dialogare con le contaminazioni del terzo millennio.
E lo fa con disinvoltura temeraria e per molti imbarazzante a giudicare dalle critiche piovute sulla Mostra Internazionale curata da Bice Curiger e sul Padiglione Italia diretto da Vittorio Sgarbi. ...
Ma le critiche alla mostra "ILLUMInations-ILLUMInazioni" della Curiger son poca cosa di fronte al coro di dissensi e stroncature che ha investito, anche dalla stampa estera, il Padiglione di Sgarbi. "Bella idea, ma che caos" è il giudizio, tra i più benevoli, di Gillo Dorfles sulla direzione del critico ferrarese, "si capisce che molti dei nostri intellettuali sono del tutto all'oscuro della situazione artistica italiana".
Non c'è Biennale senza polemiche, s'intende. Tanto più se in gioco c'è il critico d'arte più famoso e contestato d'Italia. Questa volta il bersaglio era fin troppo facile: Sgarbi non ha fatto la "sua" mostra con i "suoi" artisti, ma si è affidato a duecento personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, il più delle volte estranei al dibattito artistico, chiamati a segnalare una o due opere di artisti attivi nell'ultimo decennio. ...