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Il progetto "L'Altro Cifrondi" che di recente ha prodotto un volume ed una mostra, si è proposto la finalità di ricostruire un profilo dell'Artista, quello di autore di paesaggio e di natura morta, ancora in buona parte, se non del tutto, sconosciuto. La sistematizzazione dei materiali e dei testi pittorici offerti in quella occasione, in gran parte inediti, l'analisi della evoluzione del linguaggio dell'Artista, hanno tra le altre cose già fatto emergere una leggibile prossimità della produzione romana di Antonio Cifrondi con quella dei paesisti presenti nella capitale nell'ultimo quarto del Seicento, a loro volta operanti nell'ampia scia tracciata da Salvator Rosa.
E già in occasione della mostra, ancorché fuori catalogo, è stato proposto un Paesaggio romano con le rovine del Colosseo, opera di evidente derivazione da una incisione di Jacques Callot.
Circostanze queste ultime che hanno posto un quesito nuovo nel già ampio panorama delle problematiche legate alla figura e alla attività del Maestro bergamasco. È emersa, cioè, la necessità di indagare in ordine ad una possibile e non occasionale attività di copista di Antonio Cifrondi. Un'attività molto probabilmente svolta per buona parte della propria vita dall'Artista, ben oltre, quindi, quelli che sino ad oggi sono stati considerati singoli episodi. ...