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"Nella libreria ora di Santo Spirito de' Canonici Lateranensi vi sono due meravigliose sue opere, che meritano particolare attenzione: in una vien rappresentato in mezza figura l'eccellente pittore Pietro Gilardi co' pennelli in mano, e dietro a lui vedesi la vivissima testa di Marcantonio Bernardi Bolognese, fu sonatore di Violone nella cappella di Santa Maria, ed al più alto segno dilettante di pittura". Così il Tassi descrisse il doppio ritratto di Fra' Galgario oggi scomparso e pervenutoci in una copia antica conservata nella Pinacoteca di Brera di Milano. Questo dipinto, messo a confronto con il Ritratto di musicista con l'allievo di proprietà degli Ospedali Riuniti di Bergamo, ha condotto di recente a identificare il Bernardi nella figura del musicista affermando, con più certezza del passato, l'autografia dell'opera a Fra' Galgario.
Bernardi rappresentava dunque per il pittore non l'occasionale, sconosciuto cliente, ma un amico degno di essere ripreso in più di una circostanza: collezionista d'arte ed esperto di pittura, il musicista venne coinvolto nell'importante com­missione delle sei grandi tele da collocare nel­l'abside del Duomo di Bergamo e a ragione è stato definito un "arbiter della vita artistica bergamasca nella prima metà del Settecento". L'ipotesi identificativa appare assolutamente convincente alla luce anche di un dettaglio mai finora notato che, connotando la professione del personaggio, costituisce a mio avviso la prova lampante della sua identità: sullo sfondo e alle spalle del musicista, capovolto su una mensola, compare un violone con il suo archetto, strumento a corda della famiglia delle viole in cui, come afferma Tassi, eccelleva il Bernardi. ...