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La capacità di Vittore Ghislandi (Fra' Galgario) di preparare lacche rosse e violacee, non solo per uso personale ma anche per accontentare le richieste dei colleghi, era già nota ai suoi contemporanei. Ad attestarlo c'è la testimonianza di tre lettere inviategli, a partire da quella scritta nell'aprile 1719 dal monaco e pittore Ferdinando Orselli, che aveva conosciuto il Ghislandi a Bergamo, in quel momento residente a Forlì, a contatto con Carlo e Felice Cignani, impegnati nella decorazione della chiesa di San Mercuriale. Il brano che ci interessa è questo: «Qui stiamo molto male a lacca, onde la prego di mandarmene un poco della sua; la potrà fare in polvere fina a adattarla nella lettera…». Il verbo iniziale al plurale fa pensare che la lacca potesse servire anche ai Cignani, anche perché il plico doveva essere indirizzato a San Mercuriale; se fosse stata effettivamente spedita possiamo supporre di reperirla nelle tele che Felice Cignani (Carlo morirà pochi mesi dopo) dipinse per la chiesa di Forlì e che in parte sono ancora in loco, come la Visione di Santa Geltrude, che è appunto del 1719. ...