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... In questo meditato lavoro del maestro di Grumello, il Cristo appare in scala al naturale, quasi senza braccia se non per due residuali tronconi, simile a un antico, rovinato reperto medievale. Il grande corpo divino, smagrito, allungato, slogato, stirato ben oltre i canoni della verosimiglianza, trasmette l'idea di un patimento, di uno strazio e spasimo fisico estremo, tale da prosciugare completamente le forze del condannato, sollecitando la compassione dello spettatore, che diviene egli stesso compagno di scena e orante, come in una sacra rappresentazione. Il capo reclinato sul petto, gli occhi chiusi, l'espressione di abbandono alla morte rievocano – attualizzandola nel sentimento e nella forma – la duratura tipologia duecentesca del Christus patiens, di derivazione bizantina e francescana, dove Gesù viene raffigurato appunto morente o addirittura già morto, nel supremo momento redentivo in cui "tutto è compiuto".
Un'immagine fuori dagli stereotipi ma profondamente vera, commovente, indimenticabile, creata con
i quattro elementi della natura: la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria. ...