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... L'incontro di Marini con il Simbolismo non è casuale, ma si forma nel tempo, fin dagli anni di frequenza dell'Accademia Carrara, poi interviene la vincita del Concorso triennale Piazzoni, assieme a Vittorio Manini, che gli permette di studiare a Roma dove respira gli umori della Secessione romana, come avviene anche al Manini. A Roma, dove a quel tempo si sviluppa una fucina di idee e di novità stilistiche anche con le mostre della Secessione romana, Marini ha la possibilità di ammirare le opere di Camillo Innocenti, Enrico Lionne, Arturo Noci, Roberto Melli e Plinio Nomellini, gli stranieri Maurice Denis, Paul Gauguin, Henry De Toulouse-Lautrec e Gustav Klimt, gli scultori Leonardo Bistolfi, che poi scriverà significative impressioni sul suo lavoro, Auguste Rodin e Arturo Martini, per citare solo qualche nome d'artista che senza dubbio ha suscitato grande interesse nel giovane pittore alla ricerca di una via coerente con gli intenti del suo spirito.
Scrive Luigi Angelini nel commento all'Esposizione della Scuola di Pittura della Carrara ("L'Eco di Bergamo", 24-25 agosto 1908): «In Giovanni Marini ci è dato riscontrare veramente delle buone qualità di colorito. ... Nello studio di uomo disteso… egli fa particolarmente uso di un divisionismo che ricorda il romano Enrico Lionne e le tonalità di Gaston La Touche; tecnica che però resta alquanto più incerta e meno convincente nello studio di dorso di vecchio…» ...