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Se penso a Sandro Allegretti, credo di vederlo quindicenne mentre a passo lesto risale ogni mattina il natio sobborgo di Valverde per recarsi a Porta Dipinta, dove lo aspetta, nel suo laboratorio di restauro, Mauro Pellicioli.
Fin da ragazzo Allegretti aveva dimostrato una spiccata attitudine al disegno ma i genitori, come tanti a quel tempo, non disponevano dei mezzi necessari per mantenere il loro figliolo dopo l'istruzione media. Erano i primi anni del dopoguerra: il lungo atroce conflitto aveva prostrato la nazione ed impoverito gli strati deboli della popolazione. Sandro era disposto a qualunque lavoro pur di seguire la sua vocazione artistica. Fu per qualche tempo nell'atelier di Alda Ghisleni: compiaciuta dell'attenzione e dell'impegno del giovane allievo, la nota ed estrosa pittrice lo guidò alla conoscenza della pittura ad olio e gli apprese i primi rudimenti del mestiere, dalla scelta del soggetto alla tecnica compositiva. Ma fu con Pellicioli, esperto e burbero maestro, che Allegretti si fece le ossa...