Esiste una fase della critica caravaggesca ... in cui era quasi scontato riconoscere, nella formazione e nell'evoluzione artistica del Merisi, un'attenzione pressoché esclusiva verso i pittori cosiddetti realisti operanti in terra lombarda, dai quali il grande pittore avrebbe attinto notevoli spunti, restando, per contro, del tutto insensibile ad altre suggestioni. Tale prospettiva, a lungo dominante, escludeva a priori altre possibili fonti ispiratrici, quasi fosse inconfutabile che un artista tanto originale e innovativo dovesse prescindere dal magistero di Raffaello, di Michelangelo, di Sebastiano del Piombo, di Giulio Romano, di Taddeo Zuccari e dal fascino della scultura antica. |