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Le terrecotte di Alfredo Colombo riportano alla memoria qualcosa che è andato perduto nella storia dell'umanita'. Si riferiscono all’autenticita' dei valori profondi. Pongono l'attenzione sul recupero delle tradizioni di una civilta' contadina. La scelta dei materiali (terra, legno, ferro, cemento) corrisponde all’uso di un linguaggio dialettale come cifra poetica. Ma e' un dialetto che parla di cose universali: un linguaggio plastico che si appoggia a proverbi della tradizione preindustriale, a forme verbali che esprimono l'immagine rivelatrice di uno stato di percezione sospeso tra recupero nostalgico e riattivazione di forze primordiali. Ricordano una poetica presente nel cinema di Pasolini e di Olmi. Le opere piu' suggestive e originali di Colombo sono quelle che rispecchiano la sua natura semplice ed essenziale. Esemplari sono i totem, costituiti da tubolari di terracotta, che paiono sbucare dalle profondità del suolo, portando in alto le energie e le memorie celate nella sacralita' della terra. Segnalano flussi, sia del mondo sotterraneo sia della storia di un territorio.
Invece, le sfere sospese nello spazio – da cui germogliano nuovi rampolli vegetali o il fieno del futuro – rappresentano un dispositivo che accenna a un destino, sia cosmologico sia intimamente personale. Sono pianeti nel vuoto o oggetti dell'intuizione, prodotti per far scoprire l’enigma chiaro delle cose non piu' visibili, presenze nella natura e nell'immaginazione dell'uomo ospite nella natura.
Sul suolo, nel segno della gravita', queste terre simboliche attendono e muovono frequenze telluriche. ...