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Personalita' di grande risalto nel panorama artistico del Novecento, Donnino Rumi (1906-1980) ha legato il suo nome, fino al 1962, alle sorti di una dinastia imprenditoriale protagonista di una fortunata e innovativa stagione dell'industria bergamasca, quella degli anni delle gloriose motociclette "Rumi" (Turismo, Sport, Junior detto il Gobbetto, Scoiattolo, Formichino) che portarono il nome di Bergamo nel mondo.
La cura attenta, e la gelosia, che queste motociclette avessero a conservare l’assetto originario, è documentata dalle avvertenze che ne accompagnavano la vendita: La Casa Rumi fa appello al senso civico dei possessori di motomezzi Rumi affinché rispettino al massimo grado la silenziosità dei propri motori (…).
Ma è soprattutto allo sviluppo, per molti versi anomalo ed eccezionale, della carriera artistica di Donnino Rumi che si deve oggi la memoria e l’apprezzamento di questo artista nostrano, rimasto famoso, per certi luoghi comuni, come “pittore francese a Bergamo”, pur senza che egli avesse mai varcato i confini di casa. Diciamo intanto, subito, qualcosa dell'anomalia della sua vocazione pittorica: una formazione accademica, anche se frantumata e irregolare, conseguita prima dei vent'anni, e l'applicazione professionale alla pittura, in modo sistematico, solo trent'anni dopo, alle soglie dei cinquanta. ...