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Rivista 124_Per un'iconografia moderna di Bartolomeo Colleoni

Tra i condottieri più celebri della stagione rinascimentale italiana, Bartolomeo Colleoni (Solza, Bergamo 1395? - Malpaga, Bergamo 1475) è stato molto ritratto anche in epoca moderna.

Nell’Ottocento
La sepoltura di Medea veniva traslata da Urgnano a Bergamo, nella Cappella fatta erigere dal padre, nel 1842.
La declinazione romantica della scomparsa di Medea, alimentata dal trasferimento della sua sepoltura in città, diede vita nell’Ottocento ad almeno due opere: l’una del 1867 con Bartolomeo Colleoni visita la tomba della figlia Medea che l’Amadeo ha compiuto di Giovanni Beri, custodita a Pavia dai Musei Civici del Castello Visconteo, l’altra per mano di Ponziano Loverini, L’ultimo saluto del Colleoni alla salma della figlia Medea del 1871, conservata al Castello di Thiene (Vicenza), di recente riportate in luce dal progetto “Io Medea. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo”.
Tra i primi a caldeggiare il trasferimento del monumento funerario di Medea Colleoni, dalla chiesa della Basella di Urgnano a Bergamo, fu Carlo Facchinetti direttore di “Notizie Patrie”, almanacco annuale della città. Proprio da quelle pagine nel 1840, facendosi interprete di un’opinione condivisa dai cultori delle patrie antichità, richiamava l’attenzione sui «depositi di persone celebri che ora giacciono dimenticati in chiese di poca o nessuna frequenza», tra i quali «il magnifico mausoleo di Medea». [...]