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Rivista 124_Bartolomeo Colleoni e l'arte e nell'arte

Colleoni fu sia mecenate in diversi ambiti artistici, sia oggetto di numerose opere d’arte, nel corso di sei secoli. Come mecenate lasciò un segno indelebile con la Cappella, ma anche con molte altre opere. Anche nell’arte si può dire che fu uomo sia del medioevo sia del rinascimento: da un lato “tardogotico”, dall’altro “rinascimentale”. Le prime opere che risultano essere state da lui commissionate, negli anni ’50 e ’60, sono tutte ancora di gusto tardogotico, pienamente dominante all’epoca in area bergamasca sino ad almeno l’arrivo di Lorenzo Lotto, una quarantina d’anni dopo la morte del capitano. Basta guardare i dipinti murali e le tavolette da soffitto di Malpaga e molte della casa di Brescia, come pure, probabilmente, alcuni dipinti nel coro della chiesa di Malpaga, ancora da descialbare. Ebbe rapporti con lo scultore milanese tardogotico Martino Benzoni, che non a caso realizzò un’opera per la parrocchiale del feudo colleonesco di Martinengo, oltre ad uno stemma Colleoni, e che, unitamente ai Mantegazza di Milano, nel 1469 aspirava all’incarico del sepolcro del condottiero. Allo stesso tempo il Colleoni fu il committente di alcune fra le principali opere del rinascimento italiano: la tomba della figlia Medea e la propria Cappella, la prima sicuramente decisa nel 1470 (e forse finita dopo il 1475) e la seconda probabilmente iniziata nel 1470 e 1472 (forse dopo un ampliamento dell’idea originaria). [...]