Una mostra a tre termini: Merisio, l’Italia e l’editoria
Attraverso l’Italia non è soltanto un omaggio al Bel Paese, ma rappresenta un vero e proprio viaggio nell’archivio di Pepi Merisio (1931-2021), un vasto patrimonio di grande qualità artistica e documentaria, dal 2018 conservato a Bergamo presso il Museo della fotografia Sestini. Proprio qui, negli spazi del Convento di San Francesco, dal 6 giugno fino al 31 dicembre, ha aperto al pubblico una grande mostra – sei sezioni per 136 scatti in bianco e nero e a colori – promossa e organizzata dal Museo delle storie di Bergamo in collaborazione con Touring Club Italiano, realizzata grazie al fondamentale sostegno di Siad Fondazione Sestini.
L’impianto curatoriale dell’esposizione risponde ad un’evidenza: il rapporto speciale, a tre termini – quasi una triangolazione perfetta – tra Pepi Merisio, l’Italia e l’editoria. Ecco l’assunto: da fotoamatore prima e da professionista poi, lungo e oltre il cosiddetto “miracolo economico”, Merisio sceglie il paesaggio italiano come ambientazione privilegiata del proprio lavoro, che si esplica per lo più in volumi fotografici.
Quella di Merisio per l’Italia non è una infatuazione giovanile, è piuttosto l’amore di una vita. Così come tra Merisio e l’editoria non c’è una frequentazione episodica, bensì un vero e proprio rapporto, che merita di essere qualificato ed indagato. Un rapporto senz’altro sincero e fedele. Merisio vede la propria fotografia a servizio del libro, che interpreta come lo strumento più efficace per valorizzarla e condividerla. Letteralmente: “pubblicarla”. Un rapporto alla pari: l’editoria non svilisce, bensì traduce e dà voce alla filosofia del racconto che Merisio vuole fare dell’Italia e del suo paesaggio, inteso – sempre – come «risultato della vita delle comunità in un dato spazio nel tempo». [...]