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Rivista 123_Il colore ritrovato di Giambettino Cignaroli

Primo pittor de’viventi, così l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo Lorena, figlio di Maria Teresa, che il 21 luglio 1769 visita il suo studio, definisce Giambettino Cignaroli. E ancora Ho veduto in Verona due cose rarissime, l’Anfiteatro e il primo pittor d’Europa.
Nato nel 1706 a Verona, Cignaroli si formò sotto la guida di Sante Prunati e, in seguito, di Antonio Balestra, che lo iniziarono alla visione “classicista” del Barocco. Dopo un soggiorno a Venezia, aprì il suo studio a Verona, città nella quale, al di là di alcuni brevi viaggi, visse tutta la vita.
Le sue tele vennero apprezzate in tutta Europa. L’artista veronese ebbe come committenti, tra gli altri, la zarina di Russia, il re di Polonia, l’Elettore di Sassonia. Le sue opere vennero richieste da molte corti italiane e sono presenti in varie città e località del territorio che appartenne alla Serenissima. Il mutare dei gusti che viravano verso la nuova ideologia del Neoclassicismo, hanno tuttavia fatto sì che la fama di Cignaroli si offuscasse.
Un contributo alla sua rivalutazione è dato dalla mostra a lui dedicata presso il Museo d’Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo: “Eccellente dipintor. Il colore ritrovato di Giambettino Cignaroli”. La mostra, curata da Angelo Loda e Riccardo Panigada e realizzata grazie alla Fondazione Creberg, che ne è partner principale, in collaborazione con l’Associazione Amici di San Martino, la Soprintendenza ABAP per le province di Bergamo e Brescia e col patrocinio del Comune di Alzano Lombardo, si incentra sul confronto fra due importanti opere di Cignaroli, ambedue raffiguranti il Transito di san Giuseppe. Si tratta della tela proveniente dalla Cappella di San Giuseppe nella Basilica di San Martino ad Alzano (recentemente restaurata, anch’essa, con il contributo della Fondazione Credito Bergamasco) e di quella del Duomo dei Santi Faustino e Giovita a Chiari, opere eseguite una dopo l’altra tra il 1759 ed il 1760. [...]