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Rivista 120_Liceo Scientifico Filippo Lussana

La musica è stata la colonna sonora del movimento studentesco degli anni Settanta. Sono stati anni leggendari anche per Bergamo e per il Lussana. Il preside Nardari ci concedeva di suonare nella “palestrina” del piano terra richiamando centinaia di studenti. Era un modo per evitare le occupazioni che si è rivelato strategico per dialogare con i leader più attivi, stemperando con la musica i momenti più accesi. Ma la musica che proponevamo era tutt’altro che rassicurante. Era musica creativa completamente improvvisata di derivazione coltraniana, molto attenta alla scena americana dell’AACM – il movimento di avanzamento dei diritti dei neri americani – e ai musicisti di punta di quegli anni: Archie Shepp, Anthony Braxton, Sam Rivers, Muhal Richard Abrams. Proprio quest’ultimo riuscii qualche anno più tardi ad invitarlo ad una rassegna del Lab80. In quegli anni vivevo a pane e McCoy Tyner, anche se osavo spingermi anche più in là con le scorribande sulla tastiera alla Cecil Taylor: un’influenza che è rimasta ancora nel mio stile pianistico. L’energia e la trasgressione erano la traduzione musicale degli slogan e delle proteste di tanti di noi. [...]