Ripercorrere la vicenda storica di una scuola ponendo l’attenzione sugli edifici che l’hanno ospitata permette di rilevare le esigenze funzionali, dimensionali, ma anche di rappresentatività che nel tempo sono andate modificandosi sia nell’impostazione didattica che, più in generale, nel ruolo che la scuola stessa ha rivestito rispetto al contesto di riferimento. Il racconto architettonico può testimoniare la stretta relazione tra il mondo della formazione e il governo della città sia in termini urbanistici, dalle scelte localizzative a quelle delle modalità di intervento, che culturali, nel merito del tipo di formazione auspicata e del rapporto con il complesso quadro delle vocazioni territoriali.
Già in epoca pre-unitaria, pur con alcune distinzioni rispetto ai diversi gradi di istruzione, l’edilizia scolastica era nelle competenze delle amministrazioni locali. A Bergamo, se il primato iconico dell’istruzione superiore laica spetta senza dubbio al Liceo Classico Paolo Sarpi, istituito in età napoleonica e ospitato dal 1852 nel prestigioso edificio neoclassico del Crivelli, anche per le prime scuole superiori dell’Italia unita, dalla Scuola Magistrale per Allieve Maestre al Regio Istituto Tecnico la scelta localizzativa ricade sul nucleo più antico della città.
La strategia comincia a mutare sul finire del secolo: la Sezione Industriale dell’Istituto Tecnico viene presto trasferita nell’ex-cotonificio Zuppinger di via Pradello (1888), dove è possibile utilizzare le acque della Roggia Nuova per muovere le macchine delle attività di laboratorio, mentre per la Scuola d’Arte Applicata Andrea Fantoni, fondata nel 1898, si inaugura nel 1912 l’edificio di via A. Mai , poco lontano dal moderno Macello comunale. Dello stesso anno è l’ambizioso progetto per il Palazzo degli Studi, destinato ad ospitare tutte le sezioni dell’Istituto Tecnico – Ragioneria, Geometri, Fisico-Matematica, Industriale – nell’area del Foro Boario, concepito dall’ing. Astori, e modificato poi dal Piacentini, con un linguaggio eclettico-storicista e di grande impatto monumentale. [...]