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Rivista117_Plinio il Vecchio

Nel 2023, così come nel 2024, una serie di iniziative promosse a partire dalla sua Como celebrano il bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, scrittore, naturalista, filosofo, comandante militare e governatore provinciale romano morto durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (quella, per intenderci, che seppellì Pompei ed Ercolano) e, soprattutto, l’autore del fondamentale trattato enciclopedico, giunto fino a noi in trentasette libri, denominato Naturalis Historia (Storia naturale, dal latino, propriamente “Osservazione della natura”), la sua editio princeps è datata 1469, mentre nel 1476 vede la luce la prima edizione di Cristoforo Landino.
Nel terzo libro, Europa I (124-125), del primo volume sulla Cosmologia e Geografia, troviamo evidenza a proposito del mito dell’origine di Bergamo: «A loro volta i Boi, venuti da oltre le Alpi, fondarono Laus Pompeia, e l’Insubri Milano. Como, Bergamo, Forum Licini e altre comunità limitrofe sono di stirpe orobica: lo attesta Catone, che confessa però di ignorare l’origine degli Orobici. Cornelio Alessandro, invece, sostiene che essi provengano dalla Grecia, basandosi anche sull’interpretazione del loro nome, che significa “quelli che vivono sui monti”. In questa zona è scomparsa la città orobica di Parra, di cui sono discendenti secondo Catone gli abitanti di Bergamo; i suoi resti mostrano ancor oggi come il sito fosse più elevato che scelto felicemente. Sono scomparsi anche i Catarugi, esuli insubri; Spina, di cui si è detto sopra, e Melpo, città di ricchezza eccezionale, la quale secondo Cornelio Nepote, fu distrutta dall’insubri, dai Poi e dai Senoni nel giorno in cui Camillo prese Veio». [...]