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Rivista 115_Bergamo all'opera nel primo Ottocento

«Qui ci sono due teatri, uno molto bello nel Borgo, che è la parte in pianura della città, l’altro di legno nella piazza della città. Andiamo ogni sera a quest’ultimo, che è vicinissimo a dove stiamo. L’altro è a mezz’ora.» È quanto registrava nel suo diario il diciottenne Henry Beyle, appena arrivato a Bergamo, i primi di maggio 1801. Era al seguito del generale Michaud, della napoleonica Armée d’Italie, con funzioni di aiutante di campo. Lui e Michaud alloggiavano a Palazzo Terzi, e da lì erano effettivamente due passi fino al Palazzo della Ragione, nel cui salone principale l’imprenditore Francesco Cerri nel 1797 aveva avuto il permesso di allestire per un decennio un teatro. Fosse arrivato durante il carnevale, Beyle vi avrebbe visto il «melo-dramma» semiserio La Griselda di Anelli-Paer, in cui cantava Andrea Nozzari, un tenore bergamasco destinato a una grande carriera. Si dovette accontentare di una compagnia di attori professionisti che recitavano commedie e drammi: tra gli altri, L’avventuriere notturno di Federici, La prevenzione paterna, Gli amori di Zelinda e Lindoro di Goldoni, I due fratelli gemelli di Kotzebue. Lasciata Bergamo ai primi di luglio, Michaud e Beyle vi tornarono però a fine agosto, e il 30 «al Teatro Grande» in Città Bassa (il Borgo) videro il «dramma per musica» di Roccaforte-Cimarosa Caio Mario, protagonista un altro celebre tenore bergamasco, il «cittadino» Giacomo David. [...]