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Rivista 115_"Tutta in voi la luce mia". Tracce per un percorso

Esiste un rapporto strettissimo fra invenzione operistica e racconto dipinto. I grandi quadri storici e i ritratti selezionati per questa mostra – alcuni popolari capolavori, altri poco visti o inediti – rievocano la profonda affinità tra queste due forme d’arte, entrambe protagoniste di quella rivoluzione romantica che – tra il 1815 e il 1848 – ha dischiuso le porte alla modernità in Italia.
Se durante il periodo neoclassico la pittura e il teatro avevano rappresentato episodi di storia antica con la funzione di exempla virtutis, il passaggio all’età romantica è segnato dallo slittamento verso una nuova dimensione sentimentale che, già presente nelle opere della maturità di Gioacchino Rossini, troverà i suoi interpreti prima in Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, infine in Giuseppe Verdi. Abbandonata la mitologia classica, il melodramma e la pittura si alimenteranno dei nuovi miti della storia medievale e del romanzo moderno, i cui eroi ed eroine sono al centro di travolgenti passioni dagli esiti fatali, come Anna Bolena e Maria Stuarda, Marin Faliero o il doge Foscari.
Sul palcoscenico, come sulla tela, rivivevano così fatti e personaggi, in molti casi veri e realmente esistiti, sui quali il pubblico poteva proiettare la propria identità, i propri ideali, le aspirazioni politiche e civili della società dell’epoca, in simbiosi con gli artisti capaci di incantare, coinvolgere, emozionare. [...]