Non è la prima mostra ad indagare l’affascinante rapporto tra la pittura e il melodramma, una relazione che, prendendo in esame i temi comuni affrontati, sorge in qualche modo spontanea e costituisce una delle possibili chiavi di interpretazione dell’Ottocento romantico, considerando che sia sul versante figurativo che su quello musicale (opera lirica e balletto), ma si potrebbe dire anche in ambito letterario e drammaturgico, il Romanticismo si sia protratto ben oltre i limiti cronologici che siamo soliti assegnare a questo movimento. Del resto, pur tenendo conto della specificità dei diversi linguaggi, tra cui vanno evitate indebite e banali interferenze, la pittura cosiddetta storica e il melodramma hanno condiviso gli stessi intenti e affrontato con modalità spesso affini l’esigenza di visualizzare e rendere attuale il passato.
Questa rassegna vede nella città di Bergamo e nel rinnovato percorso del suo principale museo, nel palazzo che aveva ospitato proprio nell’Ottocento una prestigiosa Accademia di Belle Arti affermatasi come una delle grandi officine appunto della pittura di storia, una sede ideale. Ideale anche perché siamo nella patria di Gaetano Donizetti, uno dei maggiori protagonisti, con Gioacchino Rossini, Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi, di una stagione irripetibile che ha visto l’affermazione dell’opera italiana nel mondo.
Tra tutti i grandi compositori dell’epoca il bergamasco è stato il più prolifico e quello che nel suo vasto repertorio ha esplorato i territori storici più diversi, mostrando suggestive tangenze con gli argomenti scelti dai pittori. [...]