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Rivista 114_Saluti da Cologno al Serio

Cara vecchia cartolina, anno dopo anno sei andata inesorabilmente in un continuo calando.
Una volta, quando si visitava una città o un paese, non ci si poteva sottrarre, quasi fosse un bisogno ineludibile, dal mandare una cartolina a casa a parenti, ad amici o conoscenti. Il pretesto era principalmente quello di far sapere che di loro ci si era ricordati: era infatti consuetudine scrivere “Un caro ricordo” o “Tanti saluti e baci”, ma si spediva la cartolina anche per dire implicitamente “Io qui ci sono stato”. La moderna tecnologia telefonica, permettendo di inviare in tempo reale un testo e anche un’immagine del luogo che si sta visitando, ha di fatto soppiantato il messaggio spedito per posta.
Immediata, rapida, comunicativa, estremamente economica, la cartolina illustrata è stata uno strumento geniale, molto diffuso fra l’Ottocento ed il Novecento: un vero fenomeno di massa, soppiantato oggi dai moderni vettori informatici, che però non possono certo competere con il fascino di quei minuscoli cartoncini, talvolta policromi, più spesso in bianco e nero, entro cui erano chiusi frammenti della nostra storia passata, briciole di vita dei nostri padri. La cartolina, dunque, è un’abitudine di fatto ormai scomparsa, anche se c’è ancora chi ne avverte il fascino perché rappresenta una vera e propria documentazione storica di ambienti, luoghi, piazze, monumenti, personaggi o scene di vita che magari al giorno d’oggi ci sono ancora, ma dei quali sono inesorabilmente cambiati il volto e l’atmosfera, quando non addirittura scomparsi pur essendo passati solo pochi decenni. [...]